Il coacervo volante

Il Lucanus Coacervus, comunemente conosciuto come Coacervo Volante, è un Coaleottero Volante. Differisce da un coleottero per una “a” presente tra la “o” e la “l”.
Il notissimo ed ingenuissimo etologo Asgard Kioskesen studiò il Coacervo Volante nel 2001, con qualche mese di ritardo sul proprio programma di studi per il primo triennio del nuovo millennio.
Egli infatti nell’agosto del 2000, avendo grande fretta di uscire dopo aver ricevuto un Sms con scritto “Hai vinto il nobel per la scienza. Vieni a ritirarlo in via Arnaldi a Dueville” pose sul calendario la fugace annotazione “studiare CV”: tale scritta ingannevole portò lo sbadato studioso a perdere 3 mesi a stilare il proprio Curriculum Vitae e poi altri quattro mesi a studiare il CavalloVapore (salvo poi capire che non si trattava di un animale ma dell’unità di misura della forza di un motore). Le osservazioni sul Coacervo Volante iniziarono così solo nella primavera del 2001.

Ecco quanto riportato sul suo Pigna:

Il coacervo volante possiede due paia di ali: quelle sgualcite per la settimana e quelle buone per la domenica.

Deve il suo nome alla presenza di due strutture caratteristiche: le corna, simili al palco di un cervo, ma che altro non sono che mandibole molto sviluppate, più nel maschio che nella femmina; e poi un’altra struttura, sviluppata solo nel maschio. Le corna vengono utilizzate per i combattimenti mentre l’altra struttura può servire all’accrescimento delle corna del partner. La femmina Coacervo volante, pur non essendo dotata di una evidente seconda struttura, è altrettanto attrezzata per accrescere il palco del partner.
È comunque accessoriato con servo-ala ed è dotato di PRRRRT di serie.

Con la convenzione di Baltimora del settembre 2011, si definì con precisione scientifica essere esponente della famiglia Coacervo solo l’insetto che ha prestato solenne giuramento ed aderente al genere Volante solo colui che adempie ai propri spostamenti maggioritari tramite l’uso delle ali.

Notissima ai più attenti etologi la cerimonia di giuramento. Essa avviene in una notte di luna piena, perché sennò non si vede il giurante. Egli per l’occasione può usare le ali buone della domenica dovesse anche essere un martedì, purché di plenilunio. Il Coacervo giurante, davanti ai più importanti esponenti insettivori del bosco di riferimento, giura di essere esponente della famiglia dei Coacervo, ed a conferma di ciò mostra le due strutture importanti alla Casa Padre.

La Casa Padre, sentiti i soci Spirito e Santo, acconsente all’entrata nella grande famiglia Coacervide del giurante ed annota con apposito puntino nero posto sulla livrea di una coccinella l’aumento della popolazione di famiglia.
Questo particolare censimento familiare subisce numerose perdite in Autervo, la stagione più difficile per il Coacervo, ed addirittura perdite esponenziali in Invernella, la stagione con alta mortalità della coccinella.
In compenso in primavera, la stagione di proliferazione di entrambi, le acquisizioni in famiglia e genere sono piùcheespoproporzionali, arrivando addirittura le annotazioni ad estendersi dalla livrea di coccinella a quella di leopardi, ghepardi ed elefanti rosa a pois bleu cobalto.
Coa Cervo ebbe grande diffusione nei paesi più europei e poca nei paesi meno europei.
Cibandosi di molluschi fritti e di formiche verdi, ebbe qualche difficoltà alimentare, superata però brillantemente con estremo spirito di adattamento: già nel XVI secolo Coa Cervo divenne infatti il più grande produttore naturale di olio di semi tramite oliosintesi sebica e daltonizzò completamente la vista grazie al metodo ipnotico cosiddetto di Telefunken.


Note per i collezionisti.
Esiste un solo esemplare con un palco dotato di corno centrale. Asgard Kioskesen lo catalogò durante i suoi studi contenuti nel suo saggio di maggio 2001 “Attak: materiali incollabili non menzionati nell’etichetta”.

Per studi ed approfondimenti consigliamo le seguenti pubblicazioni:
“Vi spiegossi io”, rubrica inserita in “Quattro Zampe” dal 1487 al 1765, di Asgard Kioskesen.
“Coa Cervo e Coa Dura”, di Bossi U., edissioni Bergamotto, 1996.
“La Pata Cervo e il punto P: non è un problema di geometria di terza elementare”, di Pozzi M., edizioni Fava, 1989.
“Fronte del palco”, di Rossi V., ed. Drogoso, 1988.
“Sul palco: anche da terzo va bene oggi come oggi”, di Rossi V., ed. Testa Motorizzata, 1999.
“Enciclopedia Noi”, menzione errata a pagg.1756-1757 all’interno della voce: Cervo.
Flyer volante all’interno dell”Enciclopedia Noi”: errata corrige di pagg.1756-1757.
“Enciclopedia Veneta”: menzione a pag.3 all’interno della voce “Coa”.
“La sacra Bibbia”, menzione prestuma a pag. 23875.
“Forum Fantacalcio L&L”, post di Ajeje Brazov del 20 ottobre.
“Attak: materiali incollabili non menzionati nell’etichetta”, di Kioskesen A., ed. Faidate, 2001.

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