Il granchio rosso dell’isola di Fisolo

La straordinaria unicità e varietà dell’ecosistema lagunare stupisce sempre.
Gli abitanti di questo ambiente di transizione hanno nei secoli sviluppato adattamenti straordinari per potersi imporre e vivere la propria nicchia ecologica.
Un caso emblematico è rappresentato da un particolare crostaceo decapode, comunemente chiamato granchio, che nella Laguna di Venezia ha raggiunto livelli di speciazione incredibili.

Ricordiamo il granchio freddoloso dell’isola di Murano detto anche granchio tessitore, così denominato poiché nel periodo invernale ha sviluppato la capacità di imbastire degli stupefacenti maglioni in lana di vetro, oppure il famoso granchio dell’isola di Pellestrina, specie particolarmente rissosa all’interno del proprio areale e che ha sviluppato la particolare abilità di manovrare e attraccare vaporetti ACTV.

Ma la specie che, probabilmente per l’isolamento della propria area di insediamento, ha sviluppato il maggior adattamento è il cosidetto granchio dell’isola di Fisolo
L’isola di Fisolo è una piccolissima isola della laguna veneta meridionale. E’ un’isola disabitata ed è per questo che fino a poco tempo fa questa specie non era conosciuta.

Dobbiamo infatti all’avvento e alle osservazioni dell’etologo spagnolo Martin Conrado Lorenzo de Salomonez, la descrizione di questa specie.
Non è improbabile nelle avvolgenti giornate nebbiose lagunari vedere stagliarsi sul pelo dell’acqua la figura dell’etologo, a bordo della sua muta di cani che vaga per i ghebi e le barene della laguna di Venezia, in cerca di ispirazione e masticando la sua dose allucinogena di foglie di mate.
Quel giorno, causa un bisogno impellente, lo stesso dovette fermare la sua muta di cani in questo lembo di terra sperduto e mentre accovacciato espletava le sue funzioni, notò la presenza del piccolo decapode.
Essendo l’etologo oltre che un grande scienziato anche un illustre analfabeta, questa è la trascrizione di un suo racconto orale, tenuto in uno dei suoi più famosi simposi nei peggiori bacari della città della serenissima.

Variegate e molteplici sono le caratteristiche che differenziano il granchio dell’isola di Fisolo dalle altre specie lagunari, una di questa è l’incapacità ad emettere alcun tipo di suono.
Comunica con gli altri granchi a gesti, ma avendo 2 chele la gestualità è piuttosto ridotta. Riesce a contare fino a dieci, aiutandosi oltre che con le chele anche con le altre zampe, poi cade. Per questo motivo nell’isola di Fisolo il numero 10 porta male.

Specie particolarmente indolente, il granchio nel periodo estivo passa le giornate spaparanzato sull’isola di Fisolo a prendere il sole, che nonostante i vari tentativi non riesce mai a raggiungere (questa la capite rileggendo). Dobbiamo a ciò la particolare colorazione rosso accesso dell’animale ed all’incapacità di mettersi creme protettive.
Anche se indolente il granchio ama intrattenersi con i cospecie giocando.
Il gioco più in voga fra la popolazione di granchi Fisolo è la morra cinese (“forbice, carta e sasso”). Nell’isola il gioco si prolunga per ore e ore, fino allo sfinimento dei contendenti e finisce inevitabilmente in pareggio. I granchi infatti riescono ad esprimere con le chele la solo variante “forbice”, essendo le varianti “carta” e “sasso” di difficile realizzazione.
Le uniche vittorie si sono registrate per morte prematura di uno dei contendenti.
Per questo motivo nella popolazione di granchi Fisolo si dice che perdere al gioco della morra non porti bene.
Questa forzata uniformità, ha reso la popolazione di granchi una popolazione mite e per nulla competitiva ma anche piuttosto indolente ed annoiata.

Altra caratteristica peculiare del granchio di Fisolo è l’incapacità a nuotare.
Non si conosce il motivo della perdita della capacità natatoria dei granchi.

Alcune teorie ritengono che questa non sia in realtà una perdita della capacità natatoria ma una forma di protesta silente (in quanto il granchio è muto). La protesta si baserebbe sul fatto che esiste uno stile natatorio a rana e uno stile delfino, ma non esiste uno stile a granchio. I più complottisti fanno presente che c’è anche uno stile farfalla, il che è ritenuto una vera presa in giro.
Altre teorie concordano nel far risalire all’indolenza della specie tale perdita. Altre, le più accreditate, al buco dell’ozono e alla tettonica a zolle, sta di fatto che il granchio Fisolo, ha sviluppato zampette delicate soggette alle ustioni della sabbia e che la vera problematica di questa specie sia trovare scarpe confortevoli… inoltre essendo la specie decapode vestire tutte le 8 zampe rappresenta un costo per la maggior parte della popolazione non sostenibile.

La riproduzione del granchio Fisolo avviene per partenogenesi facoltativa che, in determinati periodi dell’anno, coinvolge maschi e femmine dell’intera isola in un orgia colossale.
La partenogenesi facoltativa o Arrenotoca avviene nei casi in cui la partenogenesi accidentale con restituzione anafasica diventa la regola in certe specie o popolazioni…
Poiché i granchi non capiscono cosa sia la partenogenesi né cosa ho scritto, maschi e femmine si fissano per ore e ore, fino allo sfinimento. Qualcuno per rompere l’imbarazzo decide di giocare a morra.

Il granchio depone le uova (acquistate al supermercato) su un letto di alghe. Generalmente le guarnisce con una salsa di asparagi e caviale e accompagna il tutto con del vino bianco secco.
Le uova hanno forma di dado. La somma delle facce opposte da sempre 7.
I maschi della specie spesso si nutrono delle uova o ci giocano.

Il periodo più difficile per il granchio Fisolo è rappresentata dall’inverno. Il granchio non essendo più capace a nuotare e dovendo ripararsi nelle acque che sono più calde ha trovato uno straordinario adattamento.
Nel periodo ottobre novembre il granchio fa la muta… riesce cioè a crearsi una tuta in neoprene con tanto di cappuccio, maschera pinne e boccaglio e ad immergersi nelle acque per superare l’inverno.

Ma è nell’imbastire la muta che si scatena la fantasia più sfrenata del granchio che riesce a crearne svariate di sgargianti colori (dal blu, al blu scuro al verde oltremare) ed incredibili tramature e ogni inverno lo specchio acqueo antistante l’isola di Fisolo si tinge delle opere di questi ingegnosi esseri che confondendosi con i colori della laguna… nessuno ha mai notato…

Ed è con la muta del mite granchio muto dell’isola di Fisolo che in fase di muta, muta colore col mutar delle stagioni che l’etologo concluse il racconto, mise in moto la sua muta di cani e partì a mutuar una nuova meta masticando del mate alla ricerca di un nuovo mito.

di Martin Conrado Lorenzo de Salomonez

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